La flâneuse

dal testo letterario alla

 città contemporanea 

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Cento anni di flânerie al femminile 

Donne e spazio urbano dal testo letterario all’esperienza contemporanea

Progetto di ricerca di studiose e studiosi del Dipartimento di Studi Umanistici e del Dipartimento di Culture, Politica e Società, Università di Torino. Con il sostegno della Fondazione CRT.

Il progetto nasce intorno alla intitolazione a Virginia Woolf dei Giardini di Via Bertolotti a Torino. Genesi e progetto di intitolazione.

L’emergere della figura della flâneuse nella letteratura dell’inizio del XX secolo ha rappresentato una forte rottura dello stereotipo che ascriveva tale attività creativa solo al soggetto maschile. Il nostro progetto analizza la figura della flâneuse nella letteratura italiana e inglese del periodo, realizzando, nel contempo, una serie di iniziative nel territorio della città di Torino volte alla sensibilizzazione e formazione sul tema degli stereotipi di genere e alla implementazione della proposta di spazi gender equal

Il lavoro sul territorio comprende laboratori nelle scuole secondarie di I e II grado, e seminari e incontri rivolti alla cittadinanza.

Chi è la flâneuse ?

Nei primi decenni del Novecento, alcune autrici ridiscutono il punto di vista femminile sulla metropoli moderna, conducendo lettori e lettrici in camminate introspettive che permettono di cogliere il desiderio di emancipazione delle donne attraverso la flânerie.

...di più sulla flâneuse (fonti)

Come nasce la flâneuse ?

Nel dizionario della lingua popolare francese compilato da D'Hautel nel 1808, il verbo flâner e il sostantivo maschile flâneur presentano un'accezione negativa.

D’Hautel, Dictionnaire du bas-langage ou de manières de parler utilisèes parmi du peuple, 1808

L'atto di passeggiare «senza motivo da una parte all'altra» è concepito come un momento di ozio fine a se stesso, e il flâneur risulta dunque una persona pigra, incline a una viziosa inoperosità, un «fainéant».

Nel Dictionnaire de la conversation et de la lecture (1836) Duckett distingue invece il musader dal flâneur: il primo ha la connotazione negativa sopra menzionata, mentre il secondo va ora ad indicare colui che sceglie di «far riposare i pensieri a beneficio dell'osservazione», «un uomo di spirito». La nuova articolazione della definizione testimonia come la flânerie avesse cominciato a essere associata all'esperienza creativa dei letterati, degli artisti. 

Per l'etimologia e la storia dell'evoluzione del termine, si veda P.P. Ferguson, "The Flâneur on and off the Streets of Paris”, 1994

Anche nel panorama letterario aveva cominciato infatti ad affacciarsi il personaggio, esclusivamente maschile, del flâneur.

In prima battuta, il motivo letterario si costruisce dunque esclusivamente attorno al flâneur. 

Janet Wolff (1985) è la prima a proporre nel dibattito critico il termine flâneuse e l'esame di tale figura, osservando come i ruoli stereotipati della società del diciannovesimo secolo ne avessero resa impossibile l'esistenza.

La flâneuse arriverà ad autodeterminarsi nella metropoli moderna all'alba del secolo successivo, una volta iniziato il suo percorso di emancipazione dall'ambiente domestico e dalla figura della "passeggiatrice".

È così che nasce la flâneuse

Che cosa vuol dire essere una flâneuse oggi?

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