A partire dagli anni '80, studi sociologici di taglio femminista hanno proposto di interrogarsi sulla possibilità di rintracciare, nel panorama della città moderna come delineatosi dalla seconda metà del XIX secolo, una figura femminile corrispondente a quella del flâneur: la flâneuse (Wollf, 1985; Wilson, 2001). Successivi studi di ambito letterario hanno individuato un modello di flâneuse nei personaggi presenti in alcune opere dell’inizio del XX secolo che propongono una ridiscussione degli stereotipi di genere nelle modalità di rapporto fra il soggetto e la città. Particolare rilievo ha assunto, nel campo, l'analisi delle opere di Virginia Woolf, come proposto inizialmente da Rachel Bowlby (1991) in merito a Mrs Dalloway e al saggio "Street Haunting", e poi ripreso da Deborah Parsons (2000) anche rispetto a Night and Day e The Years. Vari studi successivi hanno ripreso ed esteso l'analisi delle caratteristiche e delle implicazioni della figura della flâneuse come proposta da Woolf.
Partendo dal riesame di tale background, la ricerca intende ricostruire le caratteristiche e l’impatto della figura della flâneuse con attenzione alle seguenti direttrici:
l’esame dei modelli socioculturali e degli snodi linguistici inerenti al rapporto donna/città attraverso la mappatura degli stereotipi di genere, impliciti ed espliciti, che Woolf individua nelle sue opere (saggi, romanzi, diario, testi autobiografici) in quanto elementi che ostacolano la conquista, da parte delle donne, di spazi reali e metaforici di indipendenza.
L’analisi delle coeve opere letterarie italiane (1900-1940) per individuare se esse presentino un modello simile a quello della flâneuse woolfiana, e quali implicazioni socioculturali emergano dal confronto.
A un secolo dall’emergere della figura della flâneuse, la città contemporanea può dirsi spazio in grado di assicurare alla donna tale piena e libera fruizione? Quali stereotipi di genere e socioculturali appaiono ancora agire nel ruolo ascritto alla donna, e quali forme essi hanno assunto nel tempo? Quali azioni concrete possono essere intraprese, in termini di formazione, pratiche e politiche urbane per contrastare tali asimmetrie di genere?